
La progettazione dell’Alalungara, il fiore all’occhiello della loro abilità.
Alla cantieristica di Porticello è stata da sempre legata la costruzione di una barca in particolare, la Alalungara, che prende il nome dall’attrezzo (rete da posta derivante che anticipò le successive e famose ex spadare) che contribuì alla crescita e allo sviluppo della marineria a cavallo della seconda guerra mondiale. Costruzione che si deve esclusivamente alla maestria della figura del Ma(e)stro d’Ascia conoscitore di un’arte millenaria, un vero tesoro immateriale da scoprire, che si tramanda all’interno della famiglia. A Porticello le principali famiglie d’ascia (permetteteci la licenza) erano a capo di ben sette cantieri nautici: la famiglia Orlando;la famiglia Treviso, la famiglia Sferlazzo;la famiglia Lo Coco;la famiglia Di Marco e la famiglia Crivello.
Per ben cinque di esse, i cantieri trovavano spazio all’interno o nelle adiacenze del bacino portuale. Per due di esse, nella borgata marinara di Santa Nicolicchia (oggi ancora presenti i figli di Mastro Michele Lo Coco). Mentre la famiglia Di Marco (oriundi palermitani) ancora adesso si trova a S.Elia, frazione e borgata marinara del comune, con il cantiere da diporto.
La cantieristica è stata pienamente produttiva almeno sino alla fine degli anni ’80, quando era legata all’attività di pesca che si era nel frattempo sviluppata. Nel 1995, successivamente al D.M. del 26 luglio, ha però subito un tracollo. Infatti il DM bloccando le licenze di pesca, troncava la costruzione di nuove imbarcazioni da pesca e metteva in crisi tutto il comparto. Diversi di loro hanno dovuto chiudere e/o ridimensionarsi adattandosi al crescere della nautica da diporto, modificando anche i bacini di alaggio e varo per predisporli all’accoglimento di queste barche.
La Costa d'Oro - La Sardara con elementi di Alalungara ad Aspra (PA)
Dicevamo che l’Allungara è il vero fiore all’occhiello della cantieristica di Porticello. Si fuse nel tempo con le Sardare, utilizzate per la pesca delle sarde, da cui si differenzia per piccoli interventi interni (i corridoi-curritura che erano presenti nelle sole saradare). Esempi di diffusione di usi misti per risparmiare sui costi delle barche stesse. Ma dopo l’avvento dei primi motori diesel e di strumenti come i verricelli meccanici, per ovvi motivi, l'alalungara subì delle modifiche funzionali che ne fecero perdere l’originalità e le caratteristiche. In verità, poche sono state le innovazioni apportate alla marineria dalla cantieristica locale, cosa che invece avviene nell’ambito delle attrezzature da pesca, ma che sarà argomento di un successivo articolo.
Ma l’arte dell’Ascia nella Porticello del 800/900 era molto professionalizzata e la sua capacità produttiva era talmente importante da diventare uno dei centri della cantieristica “da pesca” del Tirreno meridionale. Ancora oggi, il Maestro d’Ascia è una professione riconosciuta e definita dal codice navale. L’articolo 280 del regolamento afferma che il maestro d’ascia è abilitato a costruire e riparare navi e galleggianti in legno di stazza lorda non superiore alle centocinquanta tonnellate.
Piccola nota: la Famiglia Treviso è passata alle positive cronache del mare, avendo costruito lo scafo e le sovrastrutture in legno della famosa “Lisca Bianca II” della famiglia Albeggiani di Palermo.
Molti cantieri, pur specializzandosi nel diporto, restano aperti e visitabili. Nei pressi del Porto di Porticello ed a Santa Nicolicchia alcuni di essi ancora lavorano il legno con la stessa maestria dei Nonni e dei Padri.
porticello, maestri d'ascia cantiere navale, alalungara,Questo sito utilizza cookies tecnici e di terze parti per funzionalità quali la condivisione sui social network e/o la visualizzazione di media. Se non acconsenti all'utilizzo dei cookie di terze parti, alcune di queste funzionalità potrebbero essere non disponibili. Per maggiori informazioni consultare l'informativa.
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