
Gli scavi del 2018 hanno portato alla luce molti fornelli, marmitte e pentole.
Nell'antica colonia greca, situata sulla costa nord dell'isola, presso la foce del Fiume Himera, tra il territorio di Termini Imerese e quello di Buonfornello, sorgono le sue rovine e spuntano fuori momenti di vita quotidiana di come si cucinava le focacce tra la fine del sesto secolo avanti Cristo e l'inizio del quinto. Che gusto avevano non potremmo mai saperlo, ma come venivano cucinante un tempo possiamo scoprirlo visitando gli scavi che nel 2018 hanno portato alla luce alcune aree sacre.
Tre gli altari dove si svolgevano i riti legati a funzioni religiose e alla preparazione e conservazione del cibo. È stato portato alla luce un vano adibito a dispensa per derrate alimentari come il vino, il frumento, l'acqua, e l'olio. Trovati anche molti fornelli, marmitte e pentole che fanno supporre siano stati utilizzati per la preparazione di pizze e focacce per un numero elevato di persone che frequentavano il santuario. I cibi venivano cotti nei cosiddetti forni a campana e su alcune piastre. Tantissimi i contenitori d'acqua (hydrie).
Himera, fondata nel 648 a.C. da greci di origine calcidese e dorica, occupò una posizione particolarmente favorevole per lo sviluppo di una colonia greca, al centro di un ampio golfo, tra i promontori di Cefalù e quello di Termini Imerese, ed in prossimità della foce del fiume Himera settentrionale, importante arteria di collegamento verso la Sicilia centrale.
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