
La zona costiera è stata il naturale palcoscenico della storia del Carretto Siciliano?
"La risposta è sì e lo conferma anche il prof. Pino Aiello nella introduzione che scrisse anni fa ad una mostra sui carretti siciliani. Io, ad esempio, per quello che ho sentito nei racconti della gente, immagino la strada (u rittufilu - Via Baldassare Scaduto) che collega verso il mare, in Estate, la domenica mattina, con una processione di carretti che, pieni di intere famiglie, scendevano da Bagheria verso Aspra. Una strada caratteristica per la sua lunghezza e per rappresentare la porta di accesso al mare".
Nell'Ottocento ed anche nel Novecento, l'utilizzazione del carretto condizionava buona parte della vita delle famiglie: dal lavoro, al commercio, sino al trasporto di persone. Però, come dice il caro prof. Pino Aiello (di cui magari un giorno se ne dovrà parlare e di cui manca fortemente la presenza nel dibattito culturale del territorio) "si deve considerare che la storia del carretto restò confinata nelle città costiere e comunque in quelle aree dove lo sviluppo di una rete viaria ne consentiva l'uso".
Il carretto, per come è arrivato a noi adesso, si sviluppa (anche dal punto di vista estetico) lungo le coste della Sicilia. Ed ancora continua il prof. Pino Aiello "le vie del mare finivano cosi con il rappresentare la più valida soluzione e le preferite per i lunghi spostamenti".
Ruota di Carretto decorata da Michele Ducato
Si può affermare che nel territorio de "La Costa d'Oro" il Carretto si evolve e diventa quello che oggi possiamo ammirare?
"Certamente, almeno per la parte occidentale della Sicilia. Il mare ha favorito lo sviluppo delle attività commerciali. Attività commerciali che hanno arricchito molte famiglie. I mulattieri prima e successivamente i carrettieri dopo, quando tra la fine del Settecento e gli inizi dell'Ottocento il governo Borbonico avviò una politica che puntava specialmente alle realizzazione di una rete di carrabili in grado di favorire gli scambi, hanno sempre occupato un ruolo di prestigio all'interno del tessuto sociale. Questo ruolo di prestigio era manifestato dal "carretto". Il carretto nella sua forma e apparato decorativo è sempre stato testimone della conquistata agiatezza. Il decoro, che inizialmente aveva una semplice funzione protettiva del legno e del ferro, nell'Ottocento afferma un codice decorativo fatto di elementi geometrici e figure sacre a cui successivamente aggiunge anche personaggi famosi ed eroi. Perché a quel tempo, nell'Ottocento, arrivarono molte pubblicazioni storiche con illustrazioni realizzate da artisti prestati alle attività editoriali. Quelli erano i modelli che i miei colleghi predecessori, mio Nonno, hanno utilizzato e successivamente sviluppato. Il mare era presente, il carretto era in ogni famiglia della costa, ma elementi di rappresentazione iconica non ne hanno mai fatto parte. Cosi come diceva Pino Aiello, possiamo dire con certezza che i temi della pittura del carretto, nel corso di tutto l'Ottocento, vanno di pari passo con lo sviluppo delle tecniche di stampa. La narrazione ed i temi trattati crescono con le illustrazioni che dalla fine dell'ottocento agli inizi del novecento arrivano in quantità. Il mare c'è ma non si vede, possiamo sintetizzare".
Particolare di Carretto decorato da Michele Ducato
Il percorso che dal Mare porta sempre più nell'entroterra di quella che è "La Costa d'Oro", per quanto pericoloso e difficoltoso (ricordiamo come molti degli ex voto di Altavilla Milicia dedicate alla Madonna ed ai suoi miracoli, rappresentano incidenti per cadute dal Carretto), con il tempo diventò sempre più lungo, portando i mulattieri prima ed i carrettieri dopo, commercianti locali, a cercare nuovi mercati anche per la pesca locale. Ma non solo, ne beneficiò ooprattutto l'attività del pesce conservato (in salagione) che faceva raggiungere alle sardine ed alle acciughe locali, luoghi come Marineo, Corleone, passando per quella che si chiama Portella di Mare. Forse tutte le diverse versioni delle "mari e monti" che hanno trovato "casa" tra le nostre tavole, devono la loro nascita grazie a questa logistica dei carretti.
Un via vai, da e per il mare, che possiamo immaginare con tutti quei coloratissimi carretti sicialiani. Ancora oggi guardando l'orizzonte riusciamo a vedere quella fila di carretti piena di persone sorridenti e solari che tra dieci minuti saranno lì a nuotare e tuffarsi nel Mare Nostrum.
Oggi possiamo vedere i carretti lungo la Costa d'Oro:
- a Bagheria presso la Villa Cattolica, sede del Museo Renato Guttuso, dove esiste una sezione a loro dedicata. Info www.museoguttuso.it;
- oppure ne "La Bottega di Michele Ducato" sempre a Bagheria in Via A. Finocchiaro Aprile. Trovate i suoi contatti su Facebook alla pagina "Bottega Michele Ducato - La pittura del carretto siciliano".
Michele Ducato, Carretto Siciliano, Museo Guttuso,Questo sito utilizza cookies tecnici e di terze parti per funzionalità quali la condivisione sui social network e/o la visualizzazione di media. Se non acconsenti all'utilizzo dei cookie di terze parti, alcune di queste funzionalità potrebbero essere non disponibili. Per maggiori informazioni consultare l'informativa.
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